
Fresare, stampare? O entrambi? Tre aspetti importanti del processo decisionale
La competenza incontra la tecnica
La digitalizzazione viene impiegata da anni anche nel laboratorio odontotecnico. Nel frattempo, oltre alla produzione sottrattiva con la tecnologia di fresatura, in laboratorio si è andata affermando anche la produzione additiva della stampa 3D. Il know-how odontotecnico e una pianificazione precisa costituiscono ancora le pietre miliari più importanti per restauri accurati e di alta qualità. Tuttavia, i vantaggi della produzione digitale sono evidenti – indipendentemente dal fatto che si utilizzi la tecnologia di fresatura o la stampa 3D. Due dei principali vantaggi sono l'altissima precisione con la quale vengono realizzati gli oggetti e l’alta riproducibilità resa possibile dallo schema digitale. Oggi, il flusso di lavoro in laboratorio può essere rappresentato quasi interamente in digitale. Inizia con la scansione intraorale e termina con la stampa o fresatura precisa dell'oggetto progettato. Poiché i procedimenti digitali sostituiscono o almeno integrano le fasi di lavoro analogiche sinora in uso, resta più tempo per il design e l'estetica. Il risultato è una produzione precisa ed efficiente in termini di tempo. I materiali sviluppati appositamente per le applicazioni dentali oggi soddisfano specificamente le esigenze del laboratorio odontotecnico per precisione, estetica o resistenza. Ciò crea sicurezza nel processo e aumenta la qualità degli oggetti odontotecnici realizzati. Quando, tuttavia, si deve stabilire qual è il metodo di fabbricazione più adatto per un caso specifico, ci sono alcune considerazioni di fondo da valutare.
Collegamento a processi esistenti
Mentre l'impiego di procedimenti digitali consente di ampliare le aree di applicazione e il portafoglio di prodotti nel suo complesso, i processi abituali possono rimanere in uso, anche per l’elaborazione di dati digitali. Poiché, oggi, non tutte le fasi di lavoro possono essere rappresentate interamente in digitale, spesso i «modi di lavoro classici» devono essere integrati nel modo digitale. Il miglior esempio in tal senso è la stampa 3D. Può essere integrata nel processo esistente per semplificare il processo e digitalizzare già buona parte della produzione! Un esempio è la combinazione della produzione digitale con la tecnologia di stampa per la realizzazione di restauri in ceramica: la stampante 3D crea gli oggetti calcinabili in cera, che vengono poi pressati secondo la prassi abituale. La stampante 3D può essere integrata facilmente nel laboratorio esistente, senza un grande dispendio tecnico. L'acquisto di una fresatrice comporta un maggiore cambiamento nell'attività quotidiana del laboratorio. La realizzazione di restauri con la fresatrice sostituisce quasi tutte le fasi di lavoro analogico con una produzione digitale. Contrariamente alla stampante 3D, l'unità di fresatura non svolge una funzione di secondo piano nel processo, bensì definisce sostanzialmente il tipo di produzione. Dopo l'acquisto di un'unità di fresatura, i restauri richiesti vengono realizzati prevalentemente con la fresatrice, per tenere alta la sua utilizzazione e garantirne così la reddittività.
Selezione di materiali e aree di applicazione
Quanti più materiali vengono lavorati in laboratorio e quanti più sono i campi d'impiego così coperti, tanto maggiore è l’utilizzazione della macchina e, quindi, la sua redditività. Si possono fresare quasi tutti i materiali desiderati, a partire dalla vetroceramica come IPS e.max CAD fino all'ossido di zirconio come IPS e.max ZirCAD. Possono essere fresate anche le leghe metalliche come Colado CAD CoCr4. La stampante 3D copre, a sua volta, un’ampia gamma di applicazioni: dai modelli alle dime chirurgiche, ai bite, alle corone o ai ponti. In tutti i casi, produce oggetti che supportano il processo. La struttura stratificata degli oggetti stampati permette di realizzare quasi tutte le geometrie immaginabili, anche quando lo spazio è ridotto. Le fresatrici, a causa dell'impiego poco flessibile dello strumento, sono spesso limitate in tal senso. Quello che una stampante 3D non riesce ancora a fare è riprodurre la stessa varietà di materiali della tecnologia di fresatura. Tuttavia, l'offerta di materiali presenta anche delle coincidenze. Le dime chirurgiche o gli oggetti in cera, ad esempio, possono essere prodotti con entrambe le tecnologie.
Uno sguardo alle risorse
Mentre nel processo di fresatura si producono spesso scarti residui fino all’85 %, nella stampa 3D viene utilizzato solo il materiale che è effettivamente necessario, per la progettazione dell’oggetto stesso e per la costruzione delle strutture di supporto necessarie. I materiali fotoindurenti vengono esposti alla luce e costruiti strato per strato. I dati di progettazione possono essere convertiti nel rispettivo oggetto, risparmiando risorse. In base alle dimensioni della piattaforma di accrescimento è possibile stampare contemporaneamente diversi oggetti, dello stesso tipo di materiale, per ciascun ordine di stampa. L'impiego di materiale è prevedibile, i costi di acquisto di una stampante 3D sono relativamente bassi. Rispetto a una fresatrice, inoltre, vengono meno i costi per la regolare manutenzione e per gli strumenti. La stampante 3D consente di realizzare i materiali fotoindurenti ausiliari con rapidità, con precisione, senza modello e a costi contenuti. Al contrario, una fresatrice può lavorare un solo ordine per ogni processo di fresatura. Da un blocco di materiale o da un disco solitamente è possibile fresare solo un numero esiguo di restauri, prima di dovere procedere alla sostituzione del blocco o del disco. Tuttavia, molte fresatrici sono già munite di un cambio automatico di materiali e strumenti. Ciò consente di realizzare in successione più ordini di diversi tipi di materiali senza dispendio manuale.
Conclusione: decidono fattori individuali
In definitiva, la questione del grado di digitalizzazione riguarda la combinazione delle competenze odontotecniche specialistiche con le tecnologie digitali. Sia il processo di fresatura sia la realizzazione di oggetti con una stampante 3D presentano vantaggi specifici. Se il laboratorio ne fa il miglior uso possibile, si creano nuove opportunità nella progettazione e nella realizzazione dei restauri. Aumenta l'efficienza del laboratorio e, contemporaneamente, il laboratorio soddisfa al meglio la richiesta dei pazienti di una protesi estetica, sostenibile e funzionale.
Quale sia la via della digitalizzazione giusta per voi, dipende da alcune domande individuali: qual è il fulcro della produzione del laboratorio? Il vostro laboratorio è già predisposto per la digitalizzazione? Volete ottimizzare il vostro attuale metodo di fabbricazione e processo oppure volete sostituirlo con un processo interamente digitale? Vi occorrono molti modelli, dime chirurgiche e bite? Avete spesso ordini che richiedono l'impiego di disilicato di litio o di ossido di zirconio?
Un’ampia scelta di materiali e un vasto campo d'impiego portano spesso a considerare la tecnologia di fresatura. Con un numero crescente di ordini prodotti dalla fresatrice, cresce l'utilizzazione della macchina e migliora la reddittività. A sua volta, il processo di stampa 3D offre alta efficienza e rapida redditività, non da ultimo grazie alla produzione simultanea di più oggetti. Se, per esempio, deve essere digitalizzato il procedimento di pressatura della ceramica oppure se si devono realizzare bite o dime chirurgiche in modo efficiente, l'impiego di una stampante 3D risulta vantaggioso. Tuttavia, attualmente è possibile lavorare un numero ancora esiguo di materiali. Anche una combinazione di entrambi i metodi di fabbricazione non va esclusa da questa riflessione. Se è già in uso una fresatrice, il volume di produzione e il valore aggiunto in laboratorio possono essere incrementati dall'uso complementare della stampante 3D. Laddove la fresatrice fresa corone, inlay o ponti in ceramica e in leghe metalliche ed esegue specificamente quegli ordini che creano buona parte del valore aggiunto del laboratorio, la stampante 3D si fa carico di tutti quegli oggetti integrativi di supporto al processo. Il risultato è che il laboratorio è in grado di produrre in modo più veloce, semplice e sicuro.
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